L’email marketing è uno dei pilastri del marketing digitale da decenni. È uno strumento potente, economico e altamente misurabile, che permette alle aziende di raggiungere direttamente i propri clienti. Tuttavia, nel corso del tempo si sono sviluppati molti falsi miti che potrebbero ostacolare l’efficacia delle campagne. Queste credenze errate possono portare a decisioni sbagliate o a strategie inefficaci.
In questo articolo, analizzeremo i 7 principali falsi miti dell’email marketing e spiegheremo come superarli per ottimizzare il successo delle tue campagne. Ma prima di addentrarci nei falsi miti, diamo una piccola panoramica dell’e-mail marketing.
L’email marketing è ancora una delle migliori strategie per il ROI
In un panorama digitale in continua evoluzione, dove nuovi strumenti e piattaforme emergono costantemente, l’email marketing continua a dimostrarsi uno degli strumenti più efficaci e convenienti per le aziende di ogni dimensione. Nonostante l’avvento di social media e app di messaggistica, il ROI medio dell’email marketing nel 2023 si aggira tra i 38 e i 42 dollari per ogni dollaro speso (fonte: Cleverly). Questo dato lo rende uno dei canali più potenti per la comunicazione diretta con i clienti.
I risultati migliori si ottengono con strategie mirate, come la segmentazione e la personalizzazione, che non solo migliorano i tassi di apertura e di clic, ma possono aumentare il ROI fino al 46:1 per le aziende che inviano tra le 9 e le 16 email al mese (fonte: Litmus).
Oltre al ritorno finanziario, l’email marketing si è rivelato fino a 40 volte più efficace rispetto ai social media nell’acquisizione di nuovi clienti, rendendolo uno strumento indispensabile per costruire relazioni durature con il pubblico (fonte: McKinsey). Questi numeri evidenziano che, nonostante la proliferazione di nuove tecnologie, l’email rimane una componente fondamentale di ogni strategia di marketing digitale di successo.
È per queste ragioni che come Kobold Studio, agenzia di marketing e comunicazione con sede a Cesena, l’email marketing rappresenta uno strumento indispensabile per le nostre campagne.
Entriamo ora nel vivo dei falsi miti dell’e-mail marketing!
1. L’email marketing è morto
Il mito. Con l’avvento di canali più recenti come i social media, molti pensano che l’email marketing sia ormai una strategia superata. L’idea diffusa è che gli utenti siano più interessati a ricevere notifiche su Instagram, Facebook o WhatsApp piuttosto che leggere email.
La realtà. In verità, l’email marketing è più vivo che mai. Secondo le ricerche, ogni dollaro speso in email marketing genera in media un ritorno di 42 dollari, rendendolo uno dei canali con il ROI più alto. A differenza dei social media, dove il tuo messaggio può perdersi nel flusso costante di aggiornamenti, le email consentono di raggiungere direttamente la casella di posta del destinatario. Inoltre, gli utenti controllano regolarmente le loro email personali, soprattutto per offerte e promozioni che li interessano. L’email marketing non solo sopravvive, ma prospera quando eseguito correttamente.
Perché sfatare questo mito è importante. Non abbandonare l’email marketing solo perché ci sono nuovi canali. Ogni canale ha il suo ruolo, ma le email rimangono fondamentali per costruire relazioni durature e portare conversioni misurabili.
2. L’email marketing funziona solo per le grandi aziende
Il mito. Un altro mito diffuso è che solo le grandi aziende con liste di migliaia di contatti e budget ingenti possano trarre vantaggio dall’email marketing. Le piccole imprese spesso credono che l’email marketing sia fuori dalla loro portata o che non sia utile se il loro pubblico non è vasto.
La realtà. Questo è lontano dalla verità. Le piccole e medie imprese (PMI) possono beneficiare in modo significativo dell’email marketing, anche con liste di contatti più ridotte. L’importante non è il numero di contatti, ma la qualità della lista e il modo in cui viene gestita. Gli strumenti di email marketing moderni offrono piani gratuiti o economici per le piccole imprese, con funzionalità di automazione, segmentazione e personalizzazione che possono competere con quelle delle grandi aziende. Ad esempio, piattaforme come MailChimp, Sendinblue o ActiveCampaign forniscono tutte le funzionalità necessarie per creare campagne efficaci, indipendentemente dalle dimensioni della tua lista.
Perché sfatare questo mito è importante. Anche con una lista di poche centinaia di contatti, una campagna ben segmentata e ottimizzata può generare conversioni di valore. Non sottovalutare la potenza dell’email marketing per la tua PMI.
3. Più email mandi, migliori saranno i risultati
Il mito. L’idea che mandare un numero maggiore di email porti automaticamente a risultati migliori è ampiamente diffusa. Molti marketer credono che aumentando la frequenza di invio delle email, possano aumentare le vendite, gli iscritti o l’engagement.
La realtà. Inviare troppe email può avere l’effetto opposto. I destinatari che si sentono inondati di messaggi tendono a ignorarli, eliminarli o, peggio, a cancellarsi dalle liste. Secondo uno studio di HubSpot, il 78% delle persone si disiscrive dalle email di un’azienda perché ne riceve troppe. Invece di aumentare la frequenza in modo indiscriminato, è più efficace inviare meno email, ma con contenuti altamente rilevanti e personalizzati. È meglio concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità.
Perché sfatare questo mito è importante. Mantenere una buona frequenza di invio email ti aiuterà a non sovraccaricare il tuo pubblico e a mantenere alti i tassi di apertura e di conversione. Pianifica campagne basate sulle reali esigenze dei tuoi iscritti e osserva come reagiscono per trovare il giusto equilibrio.
4. Le email devono essere inviate solo durante le ore lavorative
Il mito. Molti marketer credono che le email inviate durante le ore lavorative abbiano più probabilità di essere aperte e lette. L’idea alla base di questo mito è che gli utenti sono più attenti e recettivi quando sono al lavoro, quindi le email inviate in quei momenti avranno migliori performance.
La realtà. Le abitudini di lettura delle email variano molto a seconda del pubblico. In realtà, alcune ricerche dimostrano che le email inviate fuori dagli orari di lavoro, come la sera o durante il fine settimana, possono ottenere tassi di apertura e di clic più alti. Ad esempio, per certi settori, le persone potrebbero essere più propense a leggere le email la sera o nel weekend, quando hanno più tempo libero. Testare diversi momenti di invio è essenziale per capire quando il tuo pubblico è più attivo.
Perché sfatare questo mito è importante. Non limitarti agli orari convenzionali per inviare le tue email. Sperimenta diversi orari e giorni per capire quando il tuo pubblico è più reattivo. La chiave è testare e analizzare i risultati.
5. Le email devono essere brevi e concise per essere efficaci
Il mito. È opinione diffusa che le email brevi e concise siano sempre le più efficaci, con l’idea che i destinatari non abbiano tempo per leggere contenuti lunghi.
La realtà. Sebbene sia vero che le email brevi funzionino in molti contesti, in alcuni casi, email più lunghe e dettagliate possono ottenere migliori risultati. Ad esempio, nelle newsletter o nelle email che promuovono prodotti complessi o servizi di lusso, fornire informazioni dettagliate e persuasive può essere necessario per generare conversioni. Le email devono essere proporzionate al messaggio che si vuole trasmettere e agli obiettivi della campagna.
Perché sfatare questo mito è importante. Adattare la lunghezza dell’email al contesto e al pubblico è essenziale. Non aver paura di creare email più lunghe se il tuo messaggio lo richiede, purché mantieni chiaro il valore per il lettore.
6. L’oggetto delle email non è importante
Il mito. Alcuni marketer danno poca importanza all’oggetto dell’email, concentrandosi principalmente sul contenuto. Credono che, se l’email è interessante, l’oggetto non influenzi in modo significativo il tasso di apertura.
La realtà. L’oggetto è in realtà uno degli elementi più cruciali dell’email. È la prima cosa che il destinatario vede nella sua casella di posta e spesso l’unico fattore che determina se l’email verrà aperta o eliminata. Oggetti accattivanti e ben scritti possono fare la differenza tra una campagna di successo e una fallimentare. Elementi come la lunghezza, l’uso di parole chiave rilevanti e la personalizzazione possono influenzare il tasso di apertura.
Perché sfatare questo mito è importante. Dedica il tempo necessario alla creazione di oggetti accattivanti e testali con campagne A/B per ottimizzare i risultati.
7. L’automazione rende l’email marketing impersonale
Il mito. Molti credono che l’automazione renda le email fredde e distanti, privandole del tocco umano e riducendo il coinvolgimento dei destinatari.
La realtà. L’automazione, se utilizzata correttamente, può rendere l’email marketing ancora più personale e rilevante. Automatizzare l’invio di email non significa inviare lo stesso messaggio a tutti, ma piuttosto creare trigger basati sul comportamento degli utenti. Ad esempio, puoi impostare email automatiche che rispondono a determinate azioni, come l’aggiunta di un prodotto al carrello o la richiesta di informazioni. Questo approccio non solo ottimizza i tempi, ma aumenta anche la rilevanza delle comunicazioni, migliorando i tassi di conversione.
Perché sfatare questo mito è importante. L’automazione consente di inviare messaggi più tempestivi e pertinenti, senza sacrificare la personalizzazione. Con l’automazione, puoi migliorare il coinvolgimento e risparmiare tempo.
Questi falsi miti sull’email marketing possono limitare l’efficacia delle tue campagne se non vengono riconosciuti e superati. L’email marketing rimane uno strumento potente, ma solo se utilizzato correttamente. Evitare queste credenze errate e basare le tue decisioni su dati reali e sperimentazioni ti permetterà di ottenere migliori risultati, aumentare l’engagement e massimizzare il ritorno sull’investimento. Se sei interessato ad introdurre l’email marketing nel tuo business, contattaci per un confronto!
